Come e perché é nata LYSA

LYSA nasce da esigenze emerse durante il progetto Intergenerazionalità in presenza e a distanza (2016-2017). Ha avuto carattere sperimentale in risposta al mandato conferito dal Dipartimento della sanità e della socialità al Laboratorio di ingegneria dello sviluppo (LISS) il 14 dicembre 2015.

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Al risultato hanno contribuito il team dei formatori, i tutor, le persone anziane, il prof. Ricci-Bitti, Matteo Orefice della Casa San Rocco, Monica Ragone dell’Ufficio degli anziani e delle cure a domicilio, Chiara Vischi su incarico del Liss, Peter Czarnecki di Eustachio, i collaboratori del Liss e alcuni membri del Gruppo di accompagnamento.

 

 

 

 

Il progetto riprende e sviluppa i principi e le indicazioni scaturite dal progetto Interreg Aosta-Ticino Sostegno alle persone anziane e vulnerabili mediante l’adozione di soluzioni innovative. In modo particolare esso attinge alla valutazione del progetto condotta dall’Università di Aosta, presentata in data 28 ottobre 2014 nel corso dell’evento conclusivo ad Aosta 1 , e alle considerazioni presentate in conclusione della giornata di studio del 2 ottobre 2014, presso il Centro Le Betulle a Cevio, dal prof. Ricci-Bitti, dell’Università di Bologna, in rapporto agli esiti del progetto.

Il resoconto della valutazione di Aosta considera il progetto realizzato nella regione “una sfida” che risiede nel fatto di considerare le nuove tecnologie come strumenti che possono far crescere la dimensione umana attraverso la relazione, la comunicazione e l’espressione di sé (che non ha età).

“La tecnologia è, a volte, un pretesto, altre volte uno strumento e, in qualche altro caso, un modo per essere.”

“quanto più una persona si sente sicura di sé, tanto più è probabile che affronti le difficoltà della vita in modo più efficace.”

Gli elementi valutativi dell’analisi condotta dall’Università di Aosta, e la concezione di benessere espressa dal prof. Ricci-Bitti, hanno confermato il ruolo che può essere svolto da strumenti che appartengono allo sviluppo tecnologico, in modo particolare informatico.

Il Cantone Ticino, in modo particolare tramite l’Ufficio degli anziani e delle cure a domicilio del Dipartimento sanità e socialità, ha inteso compiere un ulteriore passo verso una migliore conoscenza delle opportunità, ma anche dei limiti, connessi all’uso di nuove tecnologie nell’anzianità.

L’esperienza condotta nel progetto Interreg Aosta-Cevio ha mostrato che il ricorso a sistemi informatici semplificati implica uno sforzo di adattamento della persona anziana che contrasta con l’apparente semplicità dei dispositivi.
Un’analisi più attenta ha permesso di capire che il vero problema del rapporto con la tecnologia risiede nella concezione standardizzata dei sistemi. Qualsiasi dispositivo tecnologico presuppone sempre l’esistenza di un modello di uomo, nel caso particolare di un modello cognitivo di anzianità.

Fondamentale la figura del Tutor, figura didattica, che fa da intermediario fra l’anziano e la parte tecnologica. Una tecnologia che viene vissuta come il naturale prolungamento di una relazione costruita con il tutor.

I contatti che i tutor hanno avviato con persone anziane della regione hanno evidenziato l’importanza che rivestono le abitudini di vita delle persone che vivono a domicilio. A volte, in modo implicito, si avverte l’aspirazione di poter prolungare nel tempo la propria esistenza presso la propria abitazione. Le abitudini legate alla vita presso la propria abitazione presuppongono condizioni di supporto sociale, presenza che ovviamente non può essere sostituita da un supporto tecnologico.

In considerazione di questo stato di cose, una parte importante degli sforzi sono stati dedicati alla rilettura critica dei sistemi che preconizzano il prolungamento della vita a domicilio.

All’interno di questo quadro concettuale ha preso forma Lysa.

Lysa è un’espansione delle possibilità che sono a disposizione del tutor quando si trova confrontato con persone anziane che manifestano un insieme di preoccupazioni che, a volte, si trasformano in paura: paura di stare male, paura di cadere, di non sapersi alzare, senza poterlo comunicare a una persona di fiducia.

Lysa risponde a un ventaglio di situazioni che hanno tutte un solo obiettivo: far conoscere all’esterno lo stato di vita delle persone che vivono sole. La grande flessibilità del sistema, attraverso la collocazione di sensori in posti significativi
dell’appartamento, consente di stabilire contatti con le persone esterne di riferimento e di far conoscere il proprio stato fisico e mentale.

Si può notare come comunque, in tutti i casi in cui la tecnologia svolge una funzione, il progetto cerca di anteporre la persona, la sua storia, il suo stato e le sue aspirazioni a qualsiasi soluzione tecnologica.

Dal punto di vista organizzativo ciò implica che tra l’approccio psicologico-sociale e l’implicazione tecnologica vi sia una continuità di intenti.

Senior and young holding hands